Uno studio dell’Università americana di Harvard, pubblicato dal New York Times, ha dimostrato come comprare una casa sia il primo e insostituibile passo verso il benessere economico. La ricerca è partita nel 2013, ma i suoi risultati rimangono attuali e vanno interpretati alla luce delle varie motivazioni che hanno spinto gli studiosi a elaborare questa tesi. In primo luogo, dicono i ricercatori, accendere un mutuo costringe in un certo senso a propendere verso il risparmio e, seppur forzatamente, a farci l’abitudine. Pagare le rate mensili e vedere gli interessi decrescere con il tempo sul totale di quanto si versa, equivale praticamente a mettere una certa somma di denaro dentro a un salvadanaio. Il valore della casa, numeri alla mano, cresce più velocemente di molte altre cose. La ricerca ha dimostrato che alla fine di un mutuo di 30 anni un immobile arriva a valere mediamente il 26% del prezzo di acquisto e, anche in caso di congiunture economiche negative, le case perdono meno facilmente il loro valore. Ecco perché investire nel mattone rimane un’ottima scelta, secondo i ricercatori. Un’altra delle motivazioni che spinge a vedere l’acquisto di una casa come il primo passo verso la ricchezza è la possibilità di detrarre fiscalmente una parte degli interessi pagati: anche qui, una sorta di salvadanaio di cui quasi non ci si rende conto. Chi compra una casa e paga un mutuo, infine, è totalmente immune dalle oscillazioni che possono subire i costi degli affitti. Nei limiti del tasso variabile, la rata mensile del finanziamento non ha un margine di variazione così alto come quello che, in caso di inflazione o deflazione, può interessare il canone di locazione.